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Indicatori Aree Urbane

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Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli insediamenti civili e industriali, traffico).

Le città importano grandi quantità di acqua e anche se la maggior parte dell’acqua è adoperata per usi domestici, il consumo idrico totale è di fatto somma di vari addendi: il consumo diretto della popolazione, che varia con il clima, lo stato sociale e le abitudini, il consumo delle industrie ed attività artigianali inserite nel contesto urbano, il consumo dei servizi pubblici o privati (uffici, servizi ricreativi, comunità, scuole, caserme, ospedali, ecc.), gli sfiori degli impianti di stoccaggio dell’acqua, le perdite dovute al mal funzionamento degli impianti. Un ruolo importante è rappresentato poi dall’acqua per l’irrigazione artificiale delle aree verdi, la cui presenza influenza sicuramente il benessere psico-fisico dei cittadini.

Oltre ai consumi idrici, all’efficienza di erogazione e alla depurazione, un altro aspetto da non sottovalutare è che molte città si sviluppano nei pressi delle zone costiere e spesso sono attraversate da fiumi. Queste risorse naturali rivestono un ruolo importante, sia come risorse da poter sfruttare (ad esempio per il turismo, per l’acqua d’irrigazione, ecc.), sia come beni dal valore intrinseco che possono migliorare la percezione dei cittadini nei confronti dell’ambiente urbano.

Data quindi l’importanza dell’acqua, la normativa nazionale ed europea (legge 183/89, legge 36/94, d. lgs. 152/99 e s.m.i. e Direttiva Quadro 2000/60 CE) hanno elaborato due concetti fondamentali per la gestione e la tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche: l’identificazione del bacino idrografico, come unità territoriale di base, sostituito dalla Direttiva CE con il distretto idrografico e l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), spesso coincidente con aree territoriali a livello di provincia; all’ATO come unità amministrativa più idonea sono state affidate l’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato che comprende le varie fasi del ciclo idrico dalla captazione al riutilizzo.

 

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